LA SAPIENZA, STORIA E ARTEArte e fede
l'increscioso
episodio accaduto alla Sapienza di questi giorni ci ha indotto a ricercare con
interesse l'origine, la storia e i valori artistici di questa grande istituzione universitaria.
Mentre nel sec. XIV erano già operanti a Roma nellambito
della Chiesa, diverse organizzazioni scolastiche, il 20 aprile 1303 Bonifacio VIII con la bolla In Supraemae
praeminentia Dignitatis
istituì la prima università: Studium Urbis.
Dopo il ritorno da Avignone e durante tutto il
periodo rinascimentale, i papi incrementarono l'istituzione, con l'inserimento
di nuove cattedre. Nel Cinquecento ebbe inizio la costruzione della sede
storica dell'Università nel quartiere Sant Eustachio dove, due secoli prima, avevano trovato posto le
prime scuole.
Nel
1632 papa Urbano VIII Barberini chiese a Francesco Borromini, geniale architetto attivo a Roma al tempo del Bernini, di completare il palazzo, sede dell'Università -
che intanto acquistava il nome ufficiale di Sapienza - con
una chiesa dedicata a Sant'Ivo, protettore degli
avvocati. l'intervento dellarchitetto sul preesistente edificio universitario
ebbe inizio nel 1640 per concludersi nel 1642,
La chiesa fu realizzata dal Borromini, con la sua originale capacità di soluzione
spaziale e strutturale, in fondo al magnifico cortile del palazzo della
Sapienza, cuore barocco dell'edificio cinquecentesco, sede dellantico studium urbis. Egli organizzò lo spazio
architettonico in base ad una combinazione di più componenti
lineari e curvi in sintonia con le più avanzate concezioni della geometria del
tempo, utilizzata anche con allusioni simboliche: il triangolo, metafora della
Trinità e lesagono, con riferimento a Salomone cui si attribuiva il libro
della Sapienza.
Ledificio si conclude con
laudace estrosa soluzione a spirale della lanterna che sovrasta la cupola e
sembra trascendere il peso di gravità per tendere la struttura in un dinamismo
ascensionale verso il cielo, in un ritmo vibrante animato dalla luce, che
diventa originalissimo inno alla Sapienza Divina e significativa presenza nel
tessuto urbanistico romano.
Il tempietto di Sant'Ivo
costituisce una delle più significative opere del
Barocco romano di questartista anticlassico e inquieto.Ricchissimo sino ai minimi dettagli
decorativi è il simbolismo cristiano. Egli volle che la costruzione avesse come
filo conduttore il concetto di Sapienza e adottò la
simbologia sapienziale del cherubino che nella
tradizionale iconografia cristiana è lessere che ha il privilegio di
contemplare Dio, ricevendo il dono della saggezza e la capacità di comunicarlo;
il cherubino rappresenta lo stupore di fronte alla sapienza Divina che si
diffonde con la grazia fino all'Umanità. La simbologia è sottesa nellalta collocazione dei serafini (simboli di Carità) alla sommità
della cupola e nell'inferiore disposizione sopra le finestre dei cherubini
(simboli di Sapienza)
Il
complesso dell'Università romana, con il tempietto di SantIvo,
che costituisce una delle più significative opere del
Barocco romano, venne consacrato nel 1660 da papa Alessandro VII.
Il meraviglioso palazzo della Sapienza rimarrà sede
dell'Università per ben tre secoli. Il governo papale
continuò a dedicare attenzioni alla Sapienza fino a quando, con la presa di
Roma del 1870, essa abbandonò il proprio status di università della capitale
pontificia per divenire università della capitale dItalia.
Lattuale Città
universitaria progettata dallarchitetto razionalista Marcello Piacentini è stata inaugurata nel 1935. E il secondo ateneo del mondo e
il più grande dEuropa.
Nel
2006 l'Università Sapienza riscrive la propria Identità visivainterpretando in un marchio, l'icona storica
del cherubino simbolo della pienezza del sapere.
è stato scelto il tema del cherubino della cupola di SantIvo interpretato
modernamente, ma reso nel cromatismo del porpora e
delloro e nella forma ovale con la dicitura Studium Urbis Un simbolo, realizzato dallInarea, che vuol essere la testimonianza visibile tra
memoria e futuro.
La storia e larte di questa istituzione e la scelta dell'identità visiva
dall'Università rende evidente il legame culturale che unisce l'istituzione
della Sapienza con la Chiesa. Queste radici non potevano essere ignorate come
valore da coloro che vi insegnano e che studiano.
Stupisce e addolora che in
nome della laicità e dell'opposizione, sia emerso un gruppo che nell'Università
viva un fondo culturale così ottuso, uno sradicamento che è scandaloso per le
giovani generazioni, scientismo rozzoespresso in forme indegne di un ambiente che è pensiero e sapienza; un
atteggiamento che rivela un pauroso vuoto del pensiero e del cuore che cifa riflettere.
MIRELLA LOVISOLO